Guarda quella sorella come si veste provocante, non per parlare male…

13892338_1043781985691619_2378299159632294465_n

– Redazionale –

“Astaghfirullah, che Allah mi perdoni, ma quella sorella non sa proprio educare i suoi figli”

“Che Allah mi perdoni, ma nessuno le ha insegnato a cucinare poverina”

“Io non voglio parlar male, ma quella sorella indossa l’hijab e poi si trucca come una poco di buono”

“Non scendo nei particolari per non spettegolare… comunque adesso la vedi così, ma non sai cosa ha combinato in passato…”

Ti è mai capitato di pronunciare frasi simili? Frasi in cui cerchi di mascherare, mimetizzare o addirittura giustificare il pettegolezzo e la maldicenza? Se la risposta è sì, cara sorella, forse è il momento di fermarsi a riflettere e di cambiare condotta, perché comunque tu lo voglia addolcire, abbellire e annacquare, il pettegolezzo è turpe agli occhi di Dio.

Il Corano è chiaro al riguardo:

“In verità i credenti sono fratelli, ristabilite la concordia tra i vostri fratelli e temete Allah. Forse vi sarà usata misericordia. O credenti, non scherniscano alcuni di voi gli altri, ché forse questi sono migliori di loro. E le donne non scherniscano altre donne, ché forse queste sono migliori di loro. Non diffamatevi a vicenda e non datevi nomignoli […]. Coloro che non si pentono sono gli iniqui. O credenti, evitate di far troppe illazioni, ché una parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate e non parlate male gli uni degli altri. Qualcuno di voi mangerebbe la carne del suo fratello morto? Ne avreste anzi orrore! Temete Allah!” (Sura Al-Hujuraat, 10-12)

Il Messaggero di Allah* disse: ‘Sapete cos’è il pettegolezzo?’ I Compagni risposero: ‘Allah e il Suo Messaggero lo sanno meglio’. Il Profeta Muhammad* disse. ‘Il pettegolezzo è parlare del proprio fratello in un modo che a lui non piace.’ Gli venne detto: ‘Qual è la tua opinione riguardo questo, se io adesso trovo un difetto nel fratello di cui ho parlato?’ Il Profeta* rispose: ‘Se veramente c’è un difetto in lui, come tu affermi, allora effettivamente stai facendo un pettegolezzo su di lui; se invece non trovi questo difetto in lui, questa è una calunnia.’ [ riportato da Muslim]

Anche se talvolta il pettegolezzo è basato su elementi di verità, può presto diventare calunnia. Passando di bocca in bocca, un evento si arricchisce di nuovi particolari, di nuove sfumature e contorni, fino a diventare altro.

Si narra di una donna che spettegolava continuamente su un vicino di casa. Presto le voci calunniose si diffusero nel villaggio e non ci volle molto prima che arrivassero all’interessato, il quale rimase profondamente ferito. Presto, però, si seppe che tutto ciò che era stato raccontato era falso. Dispiaciuta, la donna, andò da un anziano saggio per sapere come rimediare.

“Vai al mercato, prendi un pollo e uccidilo. Sulla via di casa, spennalo e lascia cadere le piume una a una sulla strada”.

La donna, anche se sorpresa, seguì questo consiglio.

Il giorno dopo egli le disse: “Ora vai a raccogliere tutte le piume che hai lasciato ieri sulla strada e portale da me.”

La donna ripercorse la strada del giorno prima e con grande sorpresa scoprì che il vento aveva soffiato via le piume . Dopo averle cercate per ore, tornò con soltanto tre piume in mano.

“Come vedi”, disse il saggio, “è facile buttarle per terra ma è impossibile riprenderle. Lo stesso accade con le dicerìe. Diffonderle è semplice, ma una volta che lo hai fatto, non potrai cancellare completamente il tuo errore.”

Una semplice parola può rovinare la reputazione e talvolta anche la vita di qualcuno. Il pettegolezzo e la calunnia dividono la comunità e nuocciono gravemente anche a chi li diffonde. La maldicenza, la gheebah, è un grave peccato, e se te ne sei macchiata, sorella mia, è ora di pentirti.

Scruta il tuo animo e cerca di capire per quale motivo agisci in questo modo, perché forse non lo sai, ma spesso il pettegolezzo proviene da una debolezza o da un senso di inferiorità del diffamatore stesso. Se con le tue parole hai recato danno a qualcuno, chiedi perdono anche alla persona colpita. Soprattutto, da questo momento in poi, impegnati a controllare la lingua, stando in guarda in ogni momento. Se non hai nulla di buono da dire su qualcuno, nella maggior parte dei casi il silenzio è la scelta più saggia, ma sicuramente non quella più facile.

Nessuno è esente dall’avere il desiderio di dire una cattiveria, o sottolineare pubblicamente un difetto. Questa ‘voglia’ può anche derivare da un male che a nostra volta abbiamo ricevuto da quella persona, ma questo non ci giustifica, mai.

Invero fai una prova per pochi giorni, una specie di Khalua (isolamento) in realtà si chiama ‘Atizel (vivi con le persone ma eviti di parlarne per evitare peccati); inizia da domani a non dire male di nessuno, se riesci per soli 7 giorni scoprirai quanto sia migliore la nostra giornata nel bene, lontano da ogni pensiero negativo verso chiunque.Un digiuno di parole, digiuno anche di cattive parole. Controlla la lingua dal parlare di cose inutili che potrebbero veicolare solo peccati! Sforzati di trovare le famose 70 scuse per ogni persona che non si comporta bene e cerca di soffermarti molto su ogni virtù e pregio e distogliere gli occhi dai difetti.

Per facilitare il compito a te stessa, la prossima volta che sentirai fiorire sulla lingua un pettegolezzo o una parola calunniosa, la prossima volta che ti viene quel desiderio ardente di dire che… allora prova a contare fino a 10, se non funziona anche fino a 20, poi in casi estremi, datti un bel morso.

  • Guai ad ogni diffamatore maldicente,che accumula ricchezze e le conta, pensa che la sua ricchezza lo renderà immortale? No, sarà certamente gettato nella Voragine. E chi mai ti farà comprendere cos’è la Voragine? [È] il Fuoco attizzato di Allah, che consuma i cuori. Invero [si chiuderà] su di loro, in estese colonne. [Corano al Humaza  (Il diffamatore)]

 

 

Lascia un commento