Che senso illogico ha perdersi nel dunya?

 

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-Di redazione-

Avvolto in due teli bianchi, convinto di fare il Hajj con noi, un bimbo adorabile recitò la Fatiha a voce alta durante la preghiera silenziosa dell’Asr. Terminata la preghiera, il piccolo si girò in attesa delle lodi della mamma, ma, in mezzo a quella folla, non la vide più… Terrorizzato, si mise a urlare a pieni polmoni: “Mammaaaaa!!”.

Potevo quasi sentire il battito del suo cuore. Lo guardai per un minuto, mentre cercava la mamma, studiava i volti, tirava le abaya di donne sconosciute e andava avanti e indietro urlando con sguardo terrorizzato: “Mammaaaaa!!” La Sacra Moschea era strapiena di gente. C’erano donne che andavano e venivano di fretta, tanto che per poco non lo perdevo di vista. Poi lo ritrovai e, improvvisamente, lo vidi cadere in ginocchio ed emettere un grido pieno di dolore che mi frantumò il cuore.

Corsi da lui, gli chiesi come si chiamasse e cercai di consolarlo, ma non smise di piangere: “Dov’è la mia mamma? Voglio la mia mamma” disse tra i singhiozzi ed io mi sentii totalmente impotente.

Mettete in pausa questa scena e ricordate il bambino perso e confuso…

Non è così che ci sentiamo in certi momenti della nostra vita? Non è così che vi sentite quando avete un disperato bisogno di aiuto? Alcuni di noi arrivano al punto di crollare in ginocchio e gridare: “Ya Allah, perché mi sta accandendo questo? Ya Allah, perché non rispondi alle mie preghiere? Dove sei?” Dimentichiamo che non siamo mai soli:

“Quando i Miei servi ti chiedono di Me, ebbene Io sono vicino! Risponso all’appello di chi Mi chiama quando Mi invoca. Procurino quindi di rispondere al Mio richiamo e credano in Me, sì che possano essere ben guidati” (Sura Al Baqara, 186)

Nelle ayat più belle e toccanti del Corano, ci viene ricordato che anche un semplice supplicante, pieno di difetti e peccati, può rivolgersi al Signore nella sua Maestà e Bontà.[…]

Perché vi dico tutto questo? Perché siamo nei primi dieci giorni di Dhul-Hijjah e questo è il momento di rivolgerci ad Allah  …

Il beneamato Messaggero di Allah  disse: “Il du’a migliore è quello pronunciato nel giorno di Arafah” [At Tirmidhi]

Probabilmente non sappiamo da dove cominciare, ma quando parliamo ad Allah, l’Amico che protegge, Colui che ama, il Compassionevole, parliamo dal cuore, in qualunque lingua: “Allah Onnipotente, sono affranto e ho bisogno di parlare… Sono io, quello che ha sbagliato tante volte, Allah, ti amo tanto… Puoi mandarmi un aiuto?”

Questi primi dieci giorni sono incredibilmente speciali. Tutti cerchiamo di stilare una lista di buone azioni per guadagnarci il Suo favore, ma sapete qual è la migliore di tutte? Rivolgerci a Allah  e creare una relazione profonda con Lui.  Il vostro rapporto con Lui è il più importante della vostra vita e non può crescere e rafforzarsi se non Gli parlate, Cosa accade se vi rivolgete a Lui quando vi sentite soli e tristi? Lasciate che ve lo mostri tornando al nostro bambino perso nella folla.

“È tutto a posto tesoro, la troveremo… in sha Allah”, dissi abbracciandolo mentre piangeva.

“Voglio la mia maaaammmaaa!!”, disse piangendo.

Circa venti minuti dopo sentimmo dei passi e comparve una donna. Le braccia aperte, piangeva e rideva allo stesso momento gridando il nome del figlio. Il bimbo lasciò la mia presa e corse verso di lei come un lampo affondando il volto nel suo caldo abbraccio mentre lei lo inondava di lacrime e lo riempiva di baci. Centinaia di donne osservavano la scena, le guance rigate di lacrime. Una gioia tranquilla ma immensa invase i nostri cuori. Le mamme abbracciarono idealmente i loro figli e persone estranee si scambiarono sorrisi. In qualche modo, questo incantevole momento di pace cambiò il nostro cammino. Ci diede pace e tranquillità. Fu un momento di cambiamento, dalla perdita all’amore infinito, dalla paura alla felicità, dalla disperazione alla gioia intensa e travolgente.

Se questo è ciò che accade quando un bambino chiama e trova sua madre, quanto meraviglioso deve essere il momento in cui ci rivolgiamo al Compassionevole, invocandolo in lacrime davanti alla Sua Casa, mentre ci sentiamo terribilmente persi senza di Lui, bussiamo alla Sua porta e Lui ci avvolge con la Sua potenza e ci abbraccia, ci rincuora e ci apre il petto infilandoci uno dei Suoi tanti segreti?

Il Pellegrinaggio e soprattutto la visita alla Sua Casa deve essere vissuta come una sorta di iniziazione, invero andando a Lui con il cuore davvero in attesa di un dono, a braccia e cuore aperto, riceveremo aperture e esperienze talmente forti e profonde da cambiarci per sempre. Sono scosse potenti, sono esperienze straordinarie.

Allora perché non approfittare di questi doni e fare il possibile per recarci almeno in visita al più presto, ovvero da giovani invece di trascorrere vite intere senza la Sua presenza nel cuore? Che senso illogico ha perdersi nel dunya (vita terrena) spendere soldi per vacanze inutili, anni ed anni lontano da Lui, andiamo a trovare parenti e amici e non andiamo a trovare il Signore dei Mondi?

 

Libera traduzione  interpretazione da

http://productivemuslim.com/its-hajj-time/

 

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